Tre parole, ognuna con molto da raccontare. Questa breve analisi si prefigge di rispondere a tre domande fondamentali: qual è l’origine dei termini tradizione, traduzione e tradimento? Sono legati tra loro? Tradurre vuol dire davvero tradire?

Partiamo dall’analisi del termine tradizione: il Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana online lo definisce come sostantivo proveniente dal latino tradere, ovvero consegnare, trasmettere, e rimanda altresì al verbo tradire. È proprio qui, infatti, che entra in gioco il tradimento, parola anch’essa proveniente (secondo lo stesso vocabolario) da tradire e riportante il significato di trasmissione. Vediamo quindi che la tradizione e il tradimento, etimologicamente parlando, hanno molto più in comune di quanto pensassimo. La traditio, in italiano tradizione, secondo il vocabolario online Treccani è «un modo […] di trasmissione del possesso di una cosa mobile, attuato mediante la consegna materiale della cosa, dal precedente al nuovo possessore.» È poi nel corso del tempo diventata ciò che comunemente definiamo «il patrimonio di conoscenze, costumi, regole e usanze» e, in quanto tale, si contrappone al carattere mutevole del nuovo. Oggigiorno tradire ha perso la connotazione di tradimento nel senso di trasmissione, pur restando radicata alle origini latine dello stesso. Non dobbiamo o possiamo infatti dimenticare quanto questa parola sia oggi legata al tradimento nel senso di passaggio materiale o immateriale fatto con inganno e/o venendo meno agli impegni assunti (Riccardo Venturini, 2013); nel linguaggio bellico «tradire una città» significava ad esempio cederla ai nemici di nascosto. Ma ecco che anche qui si ritrova l’idea del passaggio, della consegna, come descritto innanzi. La tradizione e il tradimento dunque s’intrecciano, una soppianta l’altra, traducendola nel presente e tradendola. Come scrive Ada Cortese, psicoanalista e sociologa, «quando la nuova regola o configurazione si afferma, il tradimento si trasforma in tradizione […] Proprio questo è il significato etimologico della tradizione: essa è la storia dei tradimenti passati.» e ancora «Il tradimento ha dunque sempre a che fare con l’abbandono da parte di un sistema di precedenti regole o configurazioni a favore della novità.» (Vilma Torselli, 2004)

Ma veniamo al bello della nostra analisi. Tradizione e tradimento sono legate a traduzione? Partiamo da un breve accenno all’etimologia di tradurre, sempre dal Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana Online: termine proveniente dal latino traducere, ovvero, come per tradizione e tradimento, da trans (al di là) e, diversamente dalle due, da ducere (condurre). Vediamo pertanto che il suo bagaglio etimologico richiama piuttosto il senso di trapassare, ovvero di passare al di là dei confini, nel nostro caso ovviamente linguistici.

Spesso si sente dire che tradurre significa talvolta tradire (nel significato di ingannare, alterare), ma a mio avviso non è vero. La nozione di fedeltà è fondamentale nella traduzione; il traduttore infatti cerca di riprodurre con la massima esattezza i nessi tra l’espressione e il contenuto, non solo linguistico ma anche contestuale e situazionale, dell’originale. Ma vediamo quali sono i suoi doveri di fedeltà ed esattezza (e, talvolta, i diritti al tradimento): egli è chiamato ad assumersi il ruolo di mediatore del senso del testo di partenza, in modo da alterarlo il meno possibile e da soddisfare l’equivalenza semantica e culturale, affinché il testo prodotto si avvicini in massima misura al significante (e non solo al significato) originale e, nel contempo, serva da ponte al lettore straniero (M. Čale Knežević, 1990). Nel momento in cui il traduttore si dovesse imbattere in parole non traducibili al 100%, perché elementi figli di una cultura diversa, è chiamato a creare, in virtù della sua comprensione e mediazione interculturale, una soluzione traduttiva che meglio richiami il significato (e il significante) della lingua di partenza. Egli è chiamato dunque a tradere (nell’accezione di trasmettere) un bagaglio culturale da una lingua all’altra.

A questo punto non posso che concludere questa breve analisi menzionando il riconoscimento ufficiale conferito nel 2017 dalle Nazioni Unite alla professione del traduttore: quest’ultima è stata definita essenziale per l’interconnessione tra le nazioni, la promozione della pace, la comprensione tra i popoli e lo sviluppo. Su questa scia, il 30 settembre è stata dichiarata la Giornata internazionale della traduzione (RES/71/288 UN). Dopotutto possiamo dire che sì, le parole tradizione, traduzione e tradimento sono strettamente legate tra loro. Ci terrei pertanto a sottolineare quanto è importante il lavoro del traduttore nell’ambito dell’interculturalità e della comprensione tra i popoli: tradurre significa trasmettere nozioni e tradizioni da una lingua (cultura) all’altra, facendo da contrappeso ai nazionalismi e all’isolamento culturale.

Team di italiano